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La
piazza del Campo è una delle più rappresentative e celebrate piazze medioevali della
penisola. Occupa il sito dell'antico foro romano ed è tuttora il centro topografico della città. Deve la fama soprattutto alla sua originalissima forma a valva concava, come di conchiglia, somiglianza suggerita anche dalle lunghe strisce di pietra chiara a raggiera che dividono in settori la trecentesca pavimentazione di mattoni a spina di pesce, ricalcando quasi le striature di una conchiglia marina. Essa sfrutta l'avvallamento naturale formato dall'unione delle tre colline su cui sorge la città, facendone un elemento scenografico di grande effetto. Al quale concorre la cerchia dei palazzi trecenteschi, in parte merlati e turriti, che la serrano tutt'intorno, e la separano dalle arterie del traffico, isolandola ed esaltandone così la primaria funzione di rappresentanza. Tutta la piazza converge verso il palazzo Pubblico, che ne è l'elemento di maggiore spicco, e la cui bella fronte, leggermente curva, ritmata dalle arcate a terreno e dai due ordini di trifore, fa quasi da scena all'ampia cavea. Il palazzo, eretto tra il 1297 e il 1343, costruito parte in pietra e parte in cotto, è una delle più eleganti creazioni dell'architettura gotica civile e ben incarna lo spirito forte e gentile della meravigliosa città di Siena. |
Piazza del Campo. |
Veduta di piazza del Campo. |
Di
questo spirito il simbolo più espressivo è la famosa torre del Mangia, che leva agile da
un angolo del palazzo il suo altissimo stelo, fiorito in alto nel marmoreo coronamento, e
che mette una presenza viva e alacre nella piazza. Questa si arricchisce di altri episodi d'arte, quali la trecentesca cappella di Piazza ai piedi della torre del Mangia, e la monumentale Fonte Gaia, al centro dell'emiciclo, capolavoro di Jacopo della Quercia, oggi purtroppo assai degradata e perciò sostituita da una copia. Questo bellissimo campo, che anche Dante ricorda nel Purgatorio, fu il teatro della vita della Repubblica senese: vi si tenevano le assemblee popolari; vi si pregava per le sorti delle battaglie; vi si celebravano le vittorie; vi si allestivano tornei e spettacoli; vi risuonò più volte la voce predicante di San Bernardino da Siena; nel 1555 il popolo vi visse le ultime ore di libertà repubblicana. I passaggi e le strette vie che conducono alla piazza offrono sempre nuove, mutevoli prospettive sui palazzi che le fanno corona. Di quel mondo è rimasto tuttora vivo e palpitante d'entusiasmi il famoso palio. Prima della corsa si svolge la pittoresca sfilata in costume delle contrade in lizza. |
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